Continuiamo con il Case Study su Sawe e Maurten.
L’obiettivo di Maurten non era quello di stravolgere l’alimentazione o l’integrazione di questi atleti ma di supportarli perché potessero massimizzare gli stimoli allenanti e, soprattutto, il loro assorbimento.
Interessante è proprio il concetto di assorbimento. Così come il carico di allenamento può essere accolto in maniera positiva per generare un adattamento, anche i carboidrati possono essere (o meno) assorbiti per essere poi fonte energetica.
Il test C13 permette di vedere proprio la quantità di carboidrati che, dall’assunzione, vengono metabolizzati.
Se dei 120g di carboidrati ingeriti ogni ora, solo 90 venissero assorbiti, quella rappresenterebbe una soglia. Il “gut training” permette poi gradualmente di alzare la soglia.
Ciò che è interessante è che se per tutti gli atleti presi in esame questo limite era di 90g/h, per Sawe si è potuto fin da subito integrare con 120g.
Sawe ha un consumo, anche evidenziato da altri test, molto alto di carboidrati fin da subito. Viene paragonato infatti a una macchina di Formula 1, potente e “dispendiosa”.
Un’altra cosa che è stata fatta nel lavoro con Sabastian é stata la stima del NEAT (Non Ecercise Activity Thermogenesis) ovvero l’energia necessaria escludendo quella per l’allenamento.
É interessante l’osservazione che fanno. Gli atleti kenyani bruciano pochissimo tra le sessioni a differenza degli atleti occidentali.
Sembra di vedere delle lumache girare per il camp di allenamento. Per loro le sessioni di allenamento sono la loro giornata. Fine.
